Fino a ieri sera in un bar di Milano mi sono ritrovato con amici a discutere di principi, valori (?) della società di oggi.
Chi mi conosce evita di toccare alcuni argomenti in mia presenza: sanno bene che ogni mio pensiero è basato su profondi valori di radici ben salde; contrastarlo o aggirarlo è assai difficile (se non impossibile!).
In queste occasioni mai mi sono permesso di giudicare i “gay” individui malati: ho sempre detto che bisogna rispettare il pensiero di tutti; è sulla condivisione del pensiero stesso che possiamo decidere, se condividerlo o meno, appunto.
Adesso spiegatemi per quale motivo il “politicamente corretto” (o individuo con problemi esistenziali, fate voi) puó permettersi di tutto, dando dei “malati” a persone etero ma GUAI a toccare anche da lontano o mettere in discussione carnevalate come il gay pride o temi caldi che scaldano gli animi (generalmente) dei buonisti (adozioni per omosessuali, utero in affitto, …).
Proprio non riescono a fare pace con loro stessi permettendosi il lusso di alzare in alto cartelli con scritte che nemmeno loro ne abbiano compreso bene il significato.
È accaduto a Verona, durante una contromanifestazione al congresso mondiale sulla famiglia che si sta svolgendo in questi giorni (28-31 marzo 2019). Foto allegata.
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